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07 novembre 2018

Andamento gestionale al 30 settembre 2018

Quantità vendute in aumento del 3,1% nel settore cemento e in diminuzione del 1,8% nel settore calcestruzzo preconfezionato
Migliora il livello di attività in Italia ed Europa Centrale, grazie alle variazioni intervenute nel perimetro
In Europa Orientale, l’andamento positivo di Repubblica Ceca, Polonia e Russia compensa le difficoltà persistenti in Ucraina
Gli Stati Uniti d’America peggiorano rispetto a fine giugno, soprattutto a causa della piovosità eccezionale nel trimestre estivo 
Ricavi netti nei primi nove mesi pari a 2.137,4 milioni (nel 2017: 2.133,4 milioni)

Dati consolidati   Gen-Set 2018 Gen-Set 2017 % 18/17  
Vendite di cemento m ton 20,9 20,3 3,1%  
Vendite di calcestruzzo m m3 9,1 9,2 -1,8%  
Ricavi netti €m 2.137,4 2.133,4 0,2%  
    Set 18 Dic 17 Var.  
Indebitamento netto €m 723,4 862,5 (139,1)  

 

Il Consiglio di Amministrazione di Buzzi Unicem SpA si è riunito in data odierna per esaminare sinteticamente l’andamento economico da gennaio a settembre 2018 e la posizione finanziaria netta a fine periodo.

Nei primi nove mesi dell’esercizio in corso i volumi di vendita realizzati dal gruppo si sono confermati superiori rispetto al livello raggiunto nell’anno precedente, grazie alle variazioni di perimetro in Italia e Germania ed ai progressi realizzati in Repubblica Ceca, Polonia e Russia, nonostante il mercato degli Stati Uniti sia stato molto condizionato da una piovosità senza precedenti, soprattutto nel mese di settembre, e la nostra attività in Ucraina sia rimasta chiaramente inferiore a quella dell’esercizio precedente. 

La congiuntura nelle principali economie avanzate ha confermato solidità, ma il commercio internazionale ha subito un forte rallentamento e sono affiorate tensioni finanziarie e valutarie in alcuni paesi emergenti. Le più recenti stime, riviste al ribasso, prefigurano per il complesso del 2018 una crescita del prodotto mondiale non più in accelerazione ma piuttosto in linea con l’anno precedente ed una marcata flessione del livello degli scambi internazionali rispetto al 2017. 
Negli Stati Uniti l’attività economica ha continuato ad espandersi, trainata dalla domanda interna ed accompagnata da un aumento sostenuto dell’occupazione, mentre l’inflazione è scesa al 2,3% a fine settembre. In Europa la crescita è proseguita, ma ha rallentato; la domanda interna ha continuato a fornire il principale sostegno, mentre la forte decelerazione del commercio internazionale ha accompagnato un indebolimento della domanda estera; l’inflazione si è fermata attorno al 2,0% nel trimestre estivo ed è salita al 2,1% in settembre, sospinta principalmente dalla componente energetica e da quella alimentare. In Italia l’espansione degli investimenti nel secondo trimestre ha contribuito a sostenere la crescita, mentre nei mesi estivi la dinamica ha rallentato, riflettendo un ristagno della produzione industriale. 
A partire dalla fine di agosto i corsi petroliferi, che avevano raggiunto livelli elevati in primavera, hanno ripreso a salire, per timore di una riduzione dell’offerta globale.
La Federal Reserve ha aumentato i tassi, rispondendo al continuo rafforzamento del mercato del lavoro e alla forte crescita dell’attività economica, mentre il Consiglio direttivo della BCE, in ottobre, ha ridotto gli acquisti netti di attività ed ha ribadito l’intenzione di terminarli alla fine del 2018, riaffermando comunque la necessità di preservare a lungo un ampio grado di accomodamento monetario.
Diversi fattori contribuiscono ad accrescere i rischi per le prospettive di crescita: le tensioni commerciali, innescate dalle misure protezionistiche attuate o annunciate dagli Stati Uniti e dalle conseguenti ritorsioni, potrebbero essere amplificate qualora al deterioramento della fiducia sugli ordini esteri facesse seguito anche una revisione delle decisioni di investimento delle imprese; l’inasprimento delle condizioni finanziarie nei paesi emergenti, a seguito del procedere della normalizzazione della politica monetaria in Stati Uniti, potrebbe dar luogo a più ampi deflussi di capitale. Infine rimane elevata l’incertezza sull’evoluzione dei rapporti economici tra il Regno Unito e l’Unione Europea, dati i modesti progressi nei negoziati relativi alla Brexit.

Durante il terzo trimestre del 2018, nell’insieme dei paesi in cui Buzzi Unicem opera, il settore costruzioni ha mantenuto un’intonazione abbastanza favorevole, sebbene rallentato da risultati notevolmente sotto le aspettative in Stati Uniti d’America, soprattutto a causa delle condizioni climatiche, nonché dalla prosecuzione del ciclo sfavorevole in Ucraina. 

Le vendite di cemento e clinker del gruppo, nel periodo gennaio-settembre 2018, si sono attestate a 20,9 milioni di tonnellate, con un incremento del 3,1% rispetto al precedente esercizio (-0,8% a parità di perimetro). Le vendite di calcestruzzo preconfezionato hanno realizzato una variazione leggermente sfavorevole (-1,8%) rispetto allo stesso periodo del 2017, attestandosi a quota 9,1 milioni di metri cubi. L’effetto prezzi in valuta locale, rispetto allo stesso periodo del 2017, è risultato positivo in tutti i mercati di presenza sia nel settore del cemento sia in quello del calcestruzzo preconfezionato. 

Il fatturato consolidato è passato da 2.133,4 a 2.137,4 milioni (+0,2%), al lordo di un effetto cambio sfavorevole di 77,7 milioni. A perimetro e cambi costanti, il fatturato sarebbe aumentato di 1,6%. L’effetto volume e l’effetto prezzo, entrambi favorevoli, sono stati rispettivamente pari a 15,2 milioni e 78,5 milioni.


Si riporta qui di seguito la ripartizione dei ricavi per mercati di presenza.

milioni di euro 30/09/2018 30/09/2017 Var. assoluta
Italia 345,0 316,1 28,9
Stati Uniti d'America 791.0 852.2 -61.2
Germania 465,4 448,1 17,3
Lussemburgo e Paesi Bassi 145,1 137,0 8,1
Rep. Ceca e Slovacca 123,4 108,7 14,7
Polonia 85,2 74,9 10,3
Ucraina 63,6 73,3 -9,7
Russia 144,8 145,7 -1,0
Elisioni -26,0 -22,6 -3,5
  2.137,4 2.133,4 4,0

 

L’indebitamento finanziario netto al 30 settembre 2018 ammonta a 723,4 milioni, in riduzione di 139,1 milioni rispetto a fine dicembre 2017. Sul dato hanno inciso investimenti complessivi per 218,8 milioni (158,0 milioni il corrispondente valore nel 2017), di cui 66,6 milioni riferiti alle partecipazioni industriali, tra cui, in particolare, l’acquisizione di Seibel & Söhne, operante con una cementeria a ciclo completo a Erwitte, Renania Settentrionale.
 
Italia
L’andamento delle nostre vendite di leganti idraulici e clinker ha mantenuto un significativo avanzamento rispetto ai primi nove mesi del 2017, grazie al contributo aggiuntivo delle spedizioni riferite agli stabilimenti ex Cementizillo ed alla crescita dei volumi destinati all’esportazione oltre oceano. A parità di perimetro, tuttavia, le quantità vendute avrebbero chiuso in marginale flessione. In un contesto di mercato in cui la domanda tende a stabilizzarsi, i prezzi medi di vendita hanno mantenuto una variazione favorevole di qualche punto percentuale. Il settore del calcestruzzo preconfezionato, che è stato oggetto di ristrutturazione e razionalizzazione del numero di centrali di betonaggio gestite direttamente, ha quindi realizzato un livello di produzione inferiore rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, sebbene con prezzi in recupero. 
Nel complesso il fatturato è passato da 316,1 a 345,0 milioni (+9,1%). A parità di perimetro il fatturato sarebbe diminuito di 2,2%.

Europa Centrale
In Germania, grazie al rafforzamento della posizione di mercato conseguente all’acquisizione di Seibel & Söhne ed all’apprezzabile sviluppo della domanda per i prodotti speciali “oil well”, le vendite nel settore cemento hanno superato il livello realizzato a tutto settembre dell’anno precedente, con prezzi medi in miglioramento. Il settore del calcestruzzo preconfezionato, per contro, ha chiuso con una produzione inferiore rispetto al 2017, ma con prezzi in recupero. 
Il fatturato complessivo è stato di 465,4 milioni, +3,9% rispetto a 448,1 milioni nel 2017. A parità di perimetro il fatturato sarebbe aumentato di 1,3%.

In Lussemburgo e Paesi Bassi i volumi di vendita del cemento hanno confermato, nel periodo estivo, uno sviluppo analogo a quello già segnalato nel primo semestre, chiudendo i primi nove mesi in flessione, con prezzi in marginale miglioramento. Al contrario, il settore del calcestruzzo preconfezionato ha realizzato volumi in robusta ripresa e prezzi anch’essi in graduale miglioramento. In linea con tali dinamiche di mercato, il fatturato ha registrato una crescita del 5,9%, attestandosi a 145,1 milioni (137,0 milioni nel 2017). 

Europa Orientale 
La Repubblica Ceca, grazie ad una ulteriore accelerazione delle spedizioni nel trimestre estivo, ha confermato a tutto settembre un robusto trend di crescita nelle vendite di cemento, con prezzi medi, in valuta locale, in marginale avanzamento. Buono pure l’andamento del settore calcestruzzo preconfezionato, Slovacchia compresa, che ha migliorato sia la produzione sia il livello medio dei prezzi. Il fatturato, influenzato dal rafforzamento della corona ceca, ha raggiunto i 123,4 milioni (108,7 milioni nel 2017, ovvero +13,5%). A parità di cambio il fatturato sarebbe aumentato di 10,3%.

In Polonia, lo sviluppo più vivace delle consegne nel terzo trimestre ha permesso di chiudere le vendite di cemento dei primi nove mesi in buona ripresa rispetto all’esercizio precedente e la produzione di calcestruzzo preconfezionato ha segnato un avanzamento ancora più robusto. I prezzi di vendita in valuta locale si sono confermati superiori al 2017, sia per il cemento sia nel settore calcestruzzo preconfezionato. Il fatturato, marginalmente sostenuto dall’effetto cambio, è passato da 74,9 a 85,2 milioni (+13,7%). A parità di cambio il fatturato sarebbe aumentato di 13,3%.

In Ucraina, nonostante qualche segnale di risveglio durante i mesi estivi, le quantità di cemento vendute hanno registrato, a tutto settembre, una riduzione a doppia cifra percentuale, con un aumento dei prezzi in valuta locale che riflette l’elevata inflazione dei fattori nel Paese. Le produzioni di calcestruzzo preconfezionato sono risultate in visibile crescita ed hanno ugualmente beneficiato di prezzi medi in valuta locale in robusto aumento. Il fatturato si è fermato a 63,6 milioni di euro, in riduzione di 9,7 milioni rispetto a 73,3 milioni del 2017 (-13,2%). La traduzione del giro d’affari in euro è stata penalizzata dal deprezzamento della valuta locale; a parità di cambio il fatturato sarebbe diminuito di 5,2%. 

In Russia, abbiamo assistito ad una certa accelerazione delle spedizioni nel corso del trimestre estivo, che ha permesso di chiudere i primi nove mesi con vendite in più evidente recupero sull’anno precedente, nonostante un risultato dei cementi speciali “oil well” ancora abbastanza debole. I prezzi medi unitari in valuta locale hanno confermato una variazione favorevole. I ricavi netti si sono assestati a 144,8 milioni, in riduzione di 1,0 milione rispetto a 145,7 milioni realizzati nello stesso periodo del 2017. La traduzione in euro è stata sfavorita dalla debolezza del rublo (-18,7 milioni); espresso in valuta locale il fatturato sarebbe aumentato del 12,2%. 

Stati Uniti d’America
Le nostre consegne di cemento hanno avuto andamento regolare sino al mese di agosto, ma i risultati di settembre sono stati, a dir poco, molto deludenti. Durante il mese siamo stati ostacolati dal maltempo in praticamente tutte le nostre regioni. Il Nord Est e soprattutto il Texas hanno fatto segnare livelli di pioggia mai raggiunti in precedenza. A Dallas e San Antonio, in particolare, le precipitazioni hanno frantumato tutti i record storici e pure nelle regioni del Midwest abbiamo assistito ad una lunga serie di giornate piovose. Il trimestre estivo, pertanto, è stato ampiamente inferiore alle aspettative e a tutto settembre le vendite hanno chiuso con una variazione sfavorevole rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente. I prezzi medi in valuta locale hanno mantenuto un’intonazione positiva e coerente con quella realizzata nel primo semestre dell’anno. Le produzioni di calcestruzzo preconfezionato hanno avuto in settembre il peggior mese di sempre (a parità di perimetro) e così chiuso il periodo con segno negativo; tuttavia i prezzi, sempre in valuta locale, hanno confermato la variazione favorevole. Il fatturato complessivo si è attestato a 791,0 milioni di euro, in riduzione di 61,2 milioni rispetto a 852,2 milioni realizzati nello stesso periodo del 2017 (-7,2%). I ricavi netti in euro sono stati influenzati negativamente dal deprezzamento del dollaro; a parità di cambio la variazione del fatturato sarebbe stata di -0,5%. 

Messico (valutazione al patrimonio netto) 
Dopo un primo semestre caratterizzato dalle incertezze associate agli esiti delle elezioni generali, che hanno contribuito ad influenzare negativamente il ritmo delle spedizioni, nel corso del trimestre estivo, in un contesto sociale ed economico più sereno, l’andamento delle vendite di cemento realizzate dalla nostra collegata ha dato indicazioni di maggiore coerenza con i livelli registrati nel 2017, permettendo di chiudere a tutto settembre su un livello di flessione meno accentuato rispetto a quello realizzato nei primi sei mesi e con prezzi, in valuta locale, in miglioramento. Le produzioni di calcestruzzo preconfezionato hanno confermato debolezza, ma con sviluppo dei prezzi, sempre in valuta locale, in robusto aumento. Il fatturato espresso in valuta locale ha registrato una flessione di 1,9%. L’indebolimento del peso messicano (-8,2%) ha inciso sfavorevolmente sulla traduzione dei risultati in euro; con riferimento al 100% della collegata, i ricavi netti sono passati da 529,3 a 479,6 milioni di euro (-9,4%).

Evoluzione prevedibile della gestione
Le condizioni operative dei primi nove mesi, grazie al bilanciamento derivante dalla diversificazione geografica del gruppo, hanno permesso di mantenere, a livello consolidato, un fatturato in linea con lo stesso periodo dell’anno precedente. Non altrettanto si può affermare per quanto riguarda il probabile andamento economico dell’intero esercizio, dal momento che l’inflazione da costi ha mostrato negli ultimi mesi un risveglio pronunciato e ciò contribuisce a penalizzare i risultati dei mercati maggiormente dipendenti dalle fonti energetiche tradizionali. La versione aggiornata delle previsioni formulate alcuni mesi fa indica un peggioramento dell’evoluzione prevedibile concentrato in Stati Uniti e Italia, e che la differenza sfavorevole fin qui accumulata a livello di risultati operativi molto difficilmente potrà essere colmata.
In conclusione, per l’insieme dei motivi esposti in questo comunicato e basandoci sulle considerazioni sopra espresse, riteniamo che il margine operativo lordo ricorrente dell’intero 2018 sarà inferiore di qualche punto percentuale rispetto a quello del periodo precedente.  Ciononostante, l’esercizio dovrebbe chiudersi con risultati operativi di bilancio superiori al 2017.

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Indicatori alternativi di performance
Buzzi Unicem utilizza nell’informativa finanziaria alcuni indicatori alternativi di performance che, pur essendo molto diffusi, non sono definiti o specificati dai principi contabili.
In conformità alla Comunicazione Consob n. 92543/2015 e gli orientamenti ESMA/2015/1415 comunichiamo di seguito la definizione dell’indicatore utilizzato nella presente informativa.

Indebitamento netto: rappresenta un indicatore della struttura finanziaria e corrisponde alla differenza tra le passività e le attività finanziarie, sia a breve sia a lungo termine; rientrano in tali voci tutte le passività o attività fruttifere d’interesse e quelle ad esse collegate, quali gli strumenti finanziari derivati ed i ratei.

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Il dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, Silvio Picca, dichiara ai sensi del comma 2 articolo 154 bis del Testo Unico della Finanza che l'informativa contabile contenuta nel presente comunicato corrisponde alle risultanze documentali, ai libri ed alle scritture contabili.


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